Riforma 2020, Giovanni Ellena: “Le squadre italiane le più penalizzate” E chiama più investitori

Giovanni Ellena analizza passato, presente, futuro e le ambizioni della sua Androni – Sidermec. Figura centrale del progetto di Gianni Savio, quello che è ben più di un direttore sportivo per la formazione professional è un personaggio mai banale, profondo nelle sue ponderazioni e considerazioni. Sempre molto disponibile, si è concesso ai microfoni di SpazioCiclismo per una breve intervista in cui ha commentato innanzitutto con ottimismo l’anno da poco iniziato. Dopo due stagioni ad altissimo livello e piene di soddisfazioni,  punta non solo a ripetersi come auspicato da Pino Buda, patron della Sidermec, con il latinismo “Repetita iuvant”, ma con fermo ottimismo cercherà di ottenere ancora di più dai suoi ragazzi, chiamati all’arduo compito di sfidare formazioni più attrezzate economicamente e per questo avvantaggiate anche nella caccia alle WildCard. Anche se chiaramente il bel terzo ottenuto lo scorso anno nell’Europa Tour è di buon auspicio

“Abbiamo avuto due stagioni veramente positive ed è difficile ripetersi. Chiaro che l’asticella si alza sempre però non sempre si riesce a riavvicinarsi – ci ha raccontato – Ci proveremo e abbiamo tutta la stagione davanti con diverse corse a tappe. Abbiamo iniziato a correre e stiamo per così dire affinando le armi per affrontare al meglio la stagione italiana e vediamo cosa succede”.

La riforma del ciclismo professionistico che entrerà in vigore della prossima stagione che ha finora avuto come prima conseguenza il mancato accordo per la concessione della WildCard per il Giro d’Italia 2020 al vincitore della Ciclismo Cup 2019  (la decisione potrebbe variare in quanto ci sono in essere delle trattative per ripristinare l’invito, ndr) rappresentano la novità per la stagione appena iniziata e questa incertezza ovviamente pesa sull’economia della squadra che si è ben attrezzata per centrare gli obiettivi prefissati.

Noi abbiamo delle priorità e per noi la partecipazione al Giro d’Italia è vitale e di conseguenza per riuscire a vincere la Ciclismo Cup abbiamo sacrificato qualche vittoria, pur comunque non sempre certa, per ottenere dei piazzamenti e punteggi fondamentali per raggiungere l’obiettivo e d’altronde una squadra professionistica deve ragionare per obiettivi – prosegue il tecnico piemontese – Vedremo quest’anno, perché con la nuova riforma l’Italia è veramente penalizzata perché le strutture francesi sono completamente superiori dal punto di vista budget e di conseguenza anche a livello atletico. Di conseguenza noi ci adeguiamo, sia nel discorso riforma, sia nella Coppa Italia, che non ha ancora garantito la WildCard per il prossimo anno. Ma vediamo come si evolverà la situazione e noi cerchiamo di seguire entrambe le strade in attesa di vedere gli sviluppi della situazione”.

Riforma e cambiamenti che seguono il progresso tecnologico e vanno di pari e passo con la globalizzazione, come ben chiaro nella testa di Ellena che vede grandi opportunità aprirsi per tutto il movimento: “In questi ultimi anni la globalizzazione ha coinvolto il ciclismo, come in tutti i settori dell’economia e in tutti i lavori, quindi la visibilità è notevolmente aumentata a livello globale – prosegue con un’attenta analisi – C’è un’attenzione maggiore, anche per esempio ogni movimento che fai in corsa va ragionato perché sai che puoi essere visto da tutti e d’altra parte a livello di immagine se lo sponsor è attento può avere una enorme esposizione mediatica”.

Considerazioni che portano così ad un piano extrasportivo e a quello che è un invito e una speranza: “Investendo somme infinitesimamente piccole rispetto a quello che servirebbe per avere spazi televisivi con pubblicità proprie o anche in riferimento ad altri sport, nel ciclismo si investono somme relativamente ridicole per ore di esposizione televisiva. In più con internet si può avere tutto a portata di mano, perché correvo in Africa la prima gara della stagione e aprendo il computer potevo vedere i risultati e pure i video delle altre corse quasi in diretta. Questo significa che la globalizzazione ha coinvolto in pieno il nostro sport e, ripeto, uno sponsor attento, valutando costi e benefici, potrebbe indirizzarsi facilmente verso il ciclismo. Speriamo che questi segnali riescano ad attrarre nuovi sponsor, soprattutto verso le squadre italiane, perché finché non troveranno maggiori risorse sono le più penalizzate da questa riforma”.

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